Tra i ciliegi fino al Santuario

Per tutti i 25 km di cammino il panorama è composto da distese di ulivi, viti e mandorli a perdita d’occhio; piacevoli eccezioni i ciliegi a bordo strada che mi offrono manciate dei loro frutti. Qua e là contadini che potano gli alberi o che guidano i trattori.

Il percorso è in salita ma dolce, e in meno di sei ore arrivo a destinazione. Seguo il consiglio della guida e prima di entrare in paese passo dal Santuario di Santa Maria degli Angeli. È l’ora di pranzo ed è chiuso (rimedierò più tardi) ma dal piazzale si gode di un’ampia vista che arriva fino al mare e che vale la deviazione in salita. Pranzo leggero nell’unico bar aperto nella piazza semideserta del paese.

Santa Maria Degli Angeli e la foresta Mercadante

A Cassano la sistemazione per la notte è da Paolo, disponibile e gioviale referente di tappa che nel seminterrato di casa ha ricavato l’ostello “Ca’ Felice”; è anche il creatore dei vari timbri che vengono messi sulle credenziali dei pellegrini ad ogni tappa. Nel pomeriggio propone a me e all’altro ospite di fare un giro nei dintorni: ci carica in macchina e la prima tappa è il Santuario Santa Maria Degli Angeli, che dalle 16:30 è visitabile; Paolo – con un background di storico dell’arte – ci racconta nei dettagli l’affascinante storia della grotta e del dipinto. Proseguiamo poi per un bel giro nella foresta Mercadante tra le “piscine” (antiche vasche interrate per l’accumulo dell’acqua) e le enormi querce secolari.

Sant’Euligio, uno stinco di Santo

Per finire degnamente questa lunga e intensa giornata, Paolo ci dà uno strappo fino al Pecora Nera, un grande pub molto noto e rinomato che è un punto di riferimento per tutti gli amanti della birra, da qualche tempo diventato anche B&B. Oltre che per l’assortimento di birre alla spina e per ammirare le vaste esposizioni di lattine, di tappi, di boccali, di sottobicchieri e di tutto ciò che riguarda la materia luppolosa, il pub va visitato per mangiare la specialità della casa – lo stinco di maiale – e per conoscere finalmente la figura di Sant’Euligio, frutto della congiunta creatività di Paolo e di Pino, il proprietario del locale: i due sono legati da un’amicizia di vecchia data e da un’allegra e autentica propensione al cazzeggio e alla goliardia.