Non tenterò qui di descrivere Matera né di decantarne le bellezze perché non è lo scopo di questo resoconto e non ne sarei nemmeno in grado; sull’argomento mi limito a riportare una celebre a citazione della scrittrice Licia Troisi che mi ha colpito e che trovo calzante:
Matera è un posto difficile da descrivere. È difficile persino da fotografare. Sfugge alle definizioni, sguscia via tra uno scatto e l’altro, tra parola e parola. Bisogna andarci.
Fermarsi un giorno a Matera: la scelta giusta
Quando ho deciso di percorrere entrambe le vie, l’intuizione di fermarmi un giorno prima di riprendere verso Alberobello si è rivelata azzeccata, perché mi ha permesso di avere la giusta quantità di tempo e di energie per visitare con calma i Sassi e fare un’escursione nei dintorni.
A chi non percorrerà entrambe le vie e terminerà (oppure inizierà) il Cammino a Matera, consiglio comunque di dedicare una giornata a questa meravigliosa città, senza fretta né gambe pesanti: ne vale davvero la pena.
Catalogare e descrivere in maniera esaustiva tutte le attività che un pellegrino potrebbe fare a Matera è compito delle guide turistiche. Piuttosto preferisco raccontare la mia personale esperienza e le mie impressioni su come poter visitare Matera da “pellegrino con una giornata libera”.
Ritirare il Testimonium
Chi arriva a Matera sulla Via Ellenica o sulla Via Peuceta può richiedere ritirare il Testimonium, cioè l’attestato di fine percorso.
Essendo necessario prendere un appuntamento con il referente di tappa, due giorni prima di arrivare l’ho contattato per avvisarlo; sono stato inserito in una chat whatsapp con altri camminatori (se per questioni di privacy potreste non gradire, meglio chiedere esplicitamente che il vostro numero non venga condiviso). Ci è stato dato appuntamento in serata alla Statio Peregrinorum, proprio a pochi metri di distanza dall’Ostello dei Sassi, e lì ho ritirato la pergamena.
Visitare la Cattedrale e annesso museo
Ricordatevi che specificando di aver fatto il Cammino Materano l’ingresso sarà gratuito; la visita è gradevole e non particolarmente lunga.
Acquistare un tour guidato dei Sassi
La mia prima scelta era il contatto indicato sul sito ufficiale del Cammino, ma non essendo disponibile ho deciso di investire 15 € in un tour di gruppo con una delle varie agenzie turistiche che si trovano in centro a Matera. Applicano tutte più o meno le stesse tariffe e gli stessi itinerari, che normalmente consistono in un paio d’ore tra il sasso Caveoso, il Sasso Barisano, un paio di case/grotta e l’immancabile negozietto di souvenirs.
L’esperienza è stata carina e il prezzo onesto, e grazie alle spiegazioni della guida ho notato dettagli che altrimenti mi sarebbero senz’altro sfuggiti, così come i riferimenti alla lunga storia di quei luoghi; tuttavia, se ci si premunisce di una guida cartacea e/o si arriva a Matera “già studiati”, se ne può anche fare a meno godendosi un tour dei sassi in autonomia.
Scendere nel palombaro lungo
In pieno centro, sotto Piazza Vittorio Veneto, c’è questa enorme cisterna sotterranea che nei secoli scorsi, con la sua capienza di svariati milioni di metricubi, costituiva la principale riserva d’acqua per gli abitanti; la visita è economica, veloce e abbastanza suggestiva.
Andare a zonzo tra i Sassi
Matera è anche una città ideale in cui perdersi, vagando senza mappa e senza destinazione, inseguendo stradine, scorci, scale, panorami e suggestioni senza farsi troppe domande.
Restare in allenamento con un’escursione di 11km passando dal ponte tibetano sulla gravina
Per non far rilassare troppo le gambe, ho pensato bene di riempire anche il “giorno di riposo” con un trekking di una dozzina di km nei dintorni di Matera.
Si tratta di un giro ad anello che ho trovato online su Komoot per il quale bisogna mettere in conto dalle 3 alle 4 ore. Inizia con la discesa nella gravina proprio ai piedi dei Sassi per poi percorrere il ponte sospeso che porta alla sponda opposta. Risalendo si incontrano una serie di chiese e insediamenti rupestri visitabili molto caratteristici, da cui godere di una vista unica su Matera vecchia, che migliora ancora nonappena si arriva sul plateau proprio di fronte alla città.
Il percorso – che a un certo punto però ho dovuto accorciare per il timore di essere colto da un temporale nel bel mezzo di qualche scosceso pendio – porta inaspettatamente anche a passare dal Parco Scultura La Palomba, poco prima di rientrare in città; è un’ex cava disseminata di opere d’arte in ferro, alcune giganti, che ho potuto visitare in assoluta solitudine.
Gustare i piatti tipici
Dato che Matera è la citta di gran lunga più turistica della zona, nel menu di ogni ristorante non mancano mai i grandi classici della cucina locale, anche quando per alcuni ingredienti non sarebbe la stagione perfetta (tipo le cime di rapa).
Ho consumato le mie due cene materane rispettivamente nei dehors di “Pane & Pomodoro” (piatti abbondanti e buona scelta) e dell’”Osteria Malatesta” (ambiente informale, prezzi un po’ inferiori alla media e sconto del 10% ai pellegrini del Cammino Materano).
Non mi sono fatto mancare qualche tetta di monaca (a Matera si possono trovare anche nelle varianti al cioccolato e al limone) ma come ho già scritto qui le migliori rimangono quelle di Altamura.