Per i campi fino alla città addobbata
Grazie alla facilità del percorso e all’assenza di dislivelli degni di nota macino i 20 km di questa tappa in sole quattro ore compresa una breve sosta da Casalia, una masseria che si incontra dopo poco più di un’ora dalla partenza.
Altamura continua a vedersi in lontananza mentre mi avvicino a Gravina tra enormi distese di grano inframmezzate da qualche grande parco fotovoltaico.
Appena entrato in città mi fermo a visitare la Chiesa di San Sebastiano e l’adiacente chiostro dove è appena stata inaugurata una mostra di pittura. C’è gran fermento in giro e tutta via San Sebastiano, che porta in centro e verso l’ostello, è addobbata e piena di bancarelle perché la cittadina si sta preparando per la Festa del SS. Crocifisso, una ricorrenza legata soprattutto al mondo agricolo, di buon auspicio per l’imminente raccolta del grano.
Gravina: turistica e sotterranea
Il fatto che la tappa non sia stancante permette di avere ancora abbastanza energie per potersi dedicare alla visita di Gravina, a partire dal centro storico dove – complice la concomitanza della festa religiosa – i dehors di bar, ristoranti e trattorie sono vivacemente affollati da locals e turisti.
Tra le attività a cui ci si può dedicare da turista a Gravina in Puglia, la prima in ordine di tempo e di gradimento è un tour nella “Gravina sotterranea” organizzato dall’omonima associazione. Entrando in una sorta di magazzino affacciato sulla strada si scende nel sottosuolo fino ad accedere ad enormi locali sotterranei di cui la città è piena, scavati secoli or sono per ricavarne il materiale con cui costruire gli edifici in superficie; un tempo usati come depositi o cisterne, sono stati abbandonati per lunghissimi periodi e poi riscoperti. Alcuni sono infine stati aperti e resi visitabili negli ultimi anni dai volontari dell’associazione, da cui mi faccio accompagnare per circa un’ora e mezza in un piacevole giro sotto vari palazzi del centro storico mentre me ne raccontano appassionatamente l’affascinante storia.
Poi, non si può non percorrere il viadotto/acquedotto che collega l’abitato alla sponda opposta del burrone e su cui è stata girata una celebre scena di James Bond “No time to die”. Al di là del ponte ci sono chiese rupestri la cui visita guidata è economica ma anche molto veloce e sommaria; è comunque piacevole godere del panorama sulla gravina – e su Gravina – anche da quest’altra angolazione.
La Verdeca e U ruccl di San Giuseppe
Per godere del tramonto nulla di meglio che una bottiglia di Verdeca fresca, un vino amabile e fruttato IGP, che assieme a un altro pellegrino gusto nei pressi del Bastione Medievale affacciati sul canyon. Per la cena optiamo per il menu del pellegrino all’Osteria 1881 e si rivela una buona scelta mentre il pernottamento è alla Tana della Volpe, carino B&B a pochi metri dal centro con camerata unica a sei letti.
Al risveglio io e il mio compagno di stanza pellegrino decidiamo entrambi che non possiamo lasciare la città senza aver provato “U ruccl di San Giuseppe” e quindi iniziamo una ricerca che ci porterà a dover raggiungere, piuttosto testardamente, un forno fuori mano pur di riuscire nel nostro intento.
Alla fine, quando esco da Gravina ho già un paio di chilometri nelle gambe e nello zaino una bella fetta di questo mattone (ehm, prelibatezza) a metà tra un calzone e una focaccia: sfoglia di grano e olio arrotolata ripiena di cipolle, uvetta e alici.